DESCRIZIONE DELLE DEMARCAZIONI Le demarcazioni riportate sui quadranti recuperati esprimono le seguenti funzioni gnomoniche: - le ore italiche ed il calendario stagionale sul quadrante orientale - le ore italiche, le ore francesi, il calendario stagionale e la linea meridiana sul quadrante meridionale.
L'orologio ad ORE ITALICHE utilizza un sistema orario concettualmente diverso da quello attuale perché suddivide sì il giorno in 24 ore, ma non a partire dalla mezzanotte, bensì dal tramonto. Esso indica quante ore di luce mancano al calar del sole, corrispondente all'ora XXIV. Se per esempio l'estremo dell'ombra tocca la linea dell'ora XVIII, ciò significa che, indipendentemente dalla stagione, restano 6 ore al prossimo tramonto. Tale sistema era funzionale per organizzare tutte le attività umane in un'epoca priva d’illuminazione artificiale (dal Medio Evo fino all'800).
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Il CALENDARIO STAGIONALE è costituito dalla retta equinoziale (trasversale ed obliqua) e dalle due iperboli solstiziali (definite dagli estremi delle linee orarie), proiezioni rispettivamente dell'Equatore e dei due Tropici Celesti. Le demarcazioni di questo tipo sono dette diurne poiché descrivono l'andamento dell'ombra durante un giorno specifico dell'anno. La retta viene percorsa dall'ombra il 21 marzo ed il 23 settembre, e per ciò è contrassegnata dai segni zodiacali di Ariete e di Bilancia. Le iperboli vengono percorse dall'estremo dell'ombra il 21 giugno ed il 21 dicembre e sono contrassegnate dai segni zodiacali di Cancro e Capricorno. Queste 3 linee determinano dunque 4 fasce stagionali (2 in salita e 2 in discesa): quelle verso lo gnomone corrispondono all'autunno e all'inverno, mentre le più distanti dallo gnomone, opposte alla equinoziale, alla primavera e all'estate.
L'orologio ad ORE FRANCESI o ASTRONOMICHE, rilevabile solo sul quadrante meridionale, precorre il sistema attuale dividendo il giorno in 24 ore a partire dalla mezzanotte, o più precisamente in 12 ore antimeridiane, da mezzanotte a mezzogiorno, più 12 ore pomeridiane, da mezzogiorno a mezzanotte. La prima differenza sostanziale di questo sistema orario rispetto a quello corrente (ora media del fuso) è che si riferisce alla longitudine del luogo per cui è stato progettato il quadrante, indicando l’ora locale e non quella nazionale. Per comprendere meglio quest’aspetto valutiamo la prossima funzione.
La MERIDIANA propriamente detta è costituita dalla linea verticale, corrispondente alle ore 12 locali. Essa indica il mezzogiorno vero locale, cioè la culminazione del sole a sud di San Michele di Prazzo ove è installato il quadrante (mezzo giorno significa letteralmente che tante ore di luce sono trascorse dal sorgere del sole, quante ne devono ancora passare fino al tramonto). Il “mezzogiorno” (impropriamente detto) dei nostri comuni orologi da polso, le 12:00 ora media del fuso, è sincronizzato convenzionalmente su di un intero territorio politico ed è riferito alla longitudine di un luogo rappresentativo: l’Italia utilizza l’ora del fuso dell’Europa Centrale, che è riferita al Monte Etna, su cui passa il meridiano 15° a est di Greenwich. Ciò significa dunque che alle ore 12:00 il sole culmina sull’Etna, ma per arrivare realmente a San Michele di Prazzo impiega ancora 32 minuti e 5 secondi. Il mezzogiorno vero locale di San Michele corrisponde dunque alle 12:32:05 in tempo vero del fuso, quello indicato dai nostri orologi. In estate, quando vige l’ora legale, bisogna aggiungere un’altra ora a quella riportata sulla meridiana.
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NOTE IMPORTANTI SULL’AUTORE Josepus Ceaglius che, come si può evincere dal tipico cognome locale, può essere originario di Marmora, località della Val Maira a pochi chilometri di distanza da San Michele di Prazzo. Erano decenni che non si attribuivano ad un artista opere gnomoniche antiche, ossia risalenti a prima del XIX secolo, a causa delle difficoltà di reperire informazioni d’archivio, o firme che non fossero monogrammi tracciati sui quadranti solari. La scoperta di Prazzo è da considerarsi quindi estremamente importante sia dal punto di vista storico-artistico che storico-gnomonico. Dalle ricerche condotte nel corso degli anni da Fabio Garnero della Solaria Opere, e grazie alle comparazioni possibili da alcuni anni sul sito www.sundialatlas.eu, Atlante Internazionale delle Meridiane creato dallo stesso Garnero in collaborazione con il collega Fabio Savian, è ormai tracciata la diffusione delle opere del Ceaglius sul territorio della Provincia di Cuneo. Un patrimonio consistente, diffuso nei comuni della Valle Maira ma anche nel buschese, nel saluzzese, saviglianese e arrivato fino a Mondovì. In totale, al momento, sono oltre 25 i quadranti censiti e riconducibili al nostro artista, opere che vanno dal 1679 al 1707. C’è ancora molto da lavorare per perfezionare l’attività di questo gnomonista di fine ‘600, così come per cercare di salvare altre importanti opere in valle Maira evitando che scompaiano per incuria o peggio per interventi non qualificati. Notevoli e da tenere in attenta considerazione sono da segnalare i quadranti presenti in bassa valle, ad iniziare dalle opere presenti nei comuni di Busca e Montemale, ma soprattutto i due quadranti gemelli a rischio ora di crollo dell’edificio presenti su una casa in località grange Balet (a oltre 1800 mslm) nel comune di Acceglio, nonchè la coppia di quadranti ritrovata sulla chiesa parrocchiale di Santo Stefano in borgata Ussolo di Prazzo. Proprio su questi ultimi quadranti, in particolare su quello datato 1706 presente in facciata si dovrebbe focalizzare un attento studio poichè, oltre agli elementi pittorici che lo riconducono certamente al nostro autore, Josepus Ceaglius, è possibile rilevare una demarcazione oraria molto particolare sovrapposta alle altre. Tale demarcazione, se confermata, potrebbe testimoniare che oltre all’uso dei due sistemi orari in voga in quel periodo, vale a dire italico e francese, era ancora, per qualche ragione a noi sconosciuta, radicato l’utilizzo dell’antico sistema ad ore temporarie, sistema in uso durante l’epoca romana, poi utilizzato nel Medio Evo per la regola monastica e di cui di persero le tracce a partire dal ‘500. Purtroppo nei recenti lavori di restauro della parrocchia di Ussolo tali eccezionali meridiane sono state ricoperte con l’intonaco; si spera di poter intervenire in un futuro intervento di recupero, per inserire un nuovo importante tassello nel percorso culturale, storico e turistico della Valle Maira.
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